Ceretta al linguine e cortelli affilati
Gli errori di grammatica più comuni
In occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, ecco i risultati più buffi di un’inchiesta sull’uso del nostro idioma (
articolo apparso su corriere.it 19-10-2017)
Intervista a Rovazzi
Domanda: Tu sei interessato un pochino e in che modo alla politica italiana?
Rovazzi: Allora, io non seguo tantissimo la politica italiana, nel senso che non sono un intenditore e, come dicevo prima, non amo parlarne per il semplice fatto che rischierei di dire castronerie, eeeee..., quindi evito di parlarne, mentre in Italia funziona un sacco il fatto di parlare di cose, insomma, senza avere un'informazione, senza, senza essere informati di quello di cui si sta parlando e io è una cosa che non amo fare, quindi evito di parlarne e basta.
Tra
italiano standard (che in parte coincide con lo scritto) e
neo-standard o
italiano dell'uso medio (che in parte coincide con il parlato) ci sono molte gradazioni.
In ogni caso
tra scritto e parlato esistono molte differenze e lo scritto non è la trascrizione del parlato. Questo fatto determina nel lettore poco esperto una difficoltà di comprensione dovuta a un’organizzazione diversa e strumenti diversi.
- Parlato: voce, intonazione, pause, espressioni del viso, gesti e sguardi
- Scritto: organizzazione in paragrafi, scansione in capoversi, punteggiatura, uso di artifici grafici (titoli, caratteri speciali), impaginazione.
Nel parlato
costruiamo il discorso via via che parliamo e scegliamo le parole con minore cura. Nello scritto
possiamo vedere la distribuzione delle idee, i passaggi più importanti, i nessi sintattici, le parole più adatte.
Standard linguistico
13.
Nelle seguenti frasi, elimina le ridondanze nell’uso dei pronomi, tipiche
dell'Italiano parlato; riformula poi ciascuna frase nei modi possibili.
Es. Non dirglielo a lui
che mi hanno dato una multa.
(=” Non dire a lui che mi
hanno dato una multa.”, oppure “Non dirgli che mi hanno
dato una multa.”)
Ho cercato di farglielo comperare a lei quel
cappello, ma non c’è stato niente da fare.
Diglielo tu a loro che non è colpa di nessuno.
Certe proposte a me non farmele!
Sì, gliel’ho consegnato a loro il tuo libro.
Parlategliene a lei, se volete.
Tu a lui glielo faresti un favore?
Ma a me chi me lo assicura che verrete?
A lui non voglio proprio darglielo questo
libro.
Ce lo dite a noi il vostro segreto?
Se glielo avesse raccontato a loro, mi sarei
arrabbiato.
A me mi pare proprio che siano impazziti
tutti.
Ma a te ti è piaciuto questo libro?
14. Alcune delle seguenti frasi contengono grossolani errori nell’uso dei
pronomi e delle particelle: trovali e correggili.
Es. Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dircelo a
nessuno.
(= Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dirlo a
nessuno.)
Dato che è ammalato, andrò a fargli una visita.
(- Nessun errore.)
1) Se
sei sempre annoiato, io non so proprio che farci.
2) Questo
ragazzo ha fame, direi che è ora di darci da mangiare.
3) Se
questo disco ti piace, fartelo regalare da qualcuno!
4) Eh
no, non puoi sperare di fartelo regalare da me che sono al verde.
5) Ha
composto una musichetta allegra, ma non vuole farcela ascoltare a nessuno.
6) Via,
siamo così curiosi che non puoi lasciarci in ansia.
7) Se
ti chiede di lasciarla dormire qui, non pensare di darci il mio letto.
8) Ho
visto molti film, ma non gli ricordo tutti.
9) Le
assicuro che, se la incontro, le lo faccio sapere.
10) I
medici non sanno ancora dirci quando verrà dimesso.
11) Se
la conosci tutta a memoria, dimostracelo e noi ce ne convinceremo.
12) Gli
hanno offerto una bella somma e un buon lavoro come risarcimento, ma lui non ne
ha voluto sapere.
13) Aspettavo
alcuni amici, ma non gli ho ancora visti.
15. Riconosci nelle seguenti frasi la caratteristica
dell’italiano parlato che ciascuna di esse contiene.
forma parlata
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caratteristica
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Ho litigato con Gianni e Luigi. Non gli presterò mai più l’i-pod.
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È la solita antipatica: non dargli retta!
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Mio papà ha avuto un aumento di stipendio e allora ci ho chiesto se mi
regala la moto.
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A Giuseppe gli telefono domani.
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Dato che il panettiere era già chiuso, non abbiamo potuto comprare il
pane.
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Lei però non voleva diventare monaca.
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Alla fine era entrata in monastero, dal quale, lo sapeva bene, non ne
sarebbe più uscita.
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Come mai non sei andato agli allenamenti?
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Ci vediamo nel posto che vuoi te.
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Non sembra che ha già cinquant’anni.
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Pensa molto, ma realizza poco.
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Diceva che voleva partire il giorno dopo.
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A Carlo piace molto la matematica, mentre invece a Paola piace di più il
latino.
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Ma cosa dici?
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16. Riconosci nelle seguenti frasi la
caratteristica dell’italiano parlato che ciascuna di esse contiene.
forma parlata |
caratteristica |
Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non ce lo dici apertamente? |
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Dove si trova quel palazzo che dentro c’è la corona di ferro? |
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Raccontami anche a me quella storiella. |
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Non è questo il modo che puoi risolvere i tuoi problemi. |
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Ti prego, non dirci niente a tuo fratello. |
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Mi offrirono un pompelmo che dentro c’era del gelato alla frutta. |
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È una persona che mi fido poco. |
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Mi pare che a te te ne è stata data più che a me. |
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Sono proprio belli i tuoi fiori: ce ne hai un po’ da regalarmi? |
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17. Correggi gli errori presenti nelle frasi dei due
esercizi precedenti.
Es. Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non ce lo
dici apertamente?
(= Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non glielo dici
apertamente?)
18. In alcune delle seguenti frasi la particella “ne” risulta
superflua; quest’uso, frequente e accettato nella lingua parlata, è meno tollerato
in quella scritta. Trova i “ne” superflui, cancellali e riformula la
frase.
Es. Di questa faccenda ne abbiamo già parlato troppo per oggi.
(= Di questa faccenda abbiamo già parlato troppo per oggi.)
1) Di
funghi dovrebbero essercene molti, ma non se ne trova nemmeno uno.
2) Ne
abbiamo discusso a sufficienza dei miei errori.
3) Se
ve ne parlo, promettetemi che non ne farete parola a nessuno.
4) Che
ne faranno di questi vecchi tram?
5) Se
ne vogliono assaggiare un po’, se ne servano pure, ma con parsimonia.
6) Che
ne dicono di questa faccenda?
7) Non
ve ne importa nulla di loro?
8) Chi
ne sa qualcosa, me ne parli pure.
9) È
un brutto affare e, se ve ne parlo, è perché spero che me ne diate una valida
spiegazione.