martedì 10 ottobre 2017

Italiano standard e neo-standard

Ceretta al linguine e cortelli affilati
Gli errori di grammatica più comuni 
In occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, ecco i risultati più buffi di un’inchiesta sull’uso del nostro idioma (articolo apparso su corriere.it 19-10-2017)


Intervista a Rovazzi

Domanda: Tu sei interessato un pochino e in che modo alla politica italiana?
Rovazzi: Allora, io non seguo tantissimo la politica italiana, nel senso che non sono un intenditore e, come dicevo prima, non amo parlarne per il semplice fatto che rischierei di dire castronerie, eeeee..., quindi evito di parlarne, mentre in Italia funziona un sacco il fatto di parlare di cose, insomma, senza avere un'informazione, senza, senza essere informati di quello di cui si sta parlando e io è una cosa che non amo fare, quindi evito di parlarne e basta.

Tra italiano standard (che in parte coincide con lo scritto) e neo-standard o italiano dell'uso medio (che in parte coincide con il parlato) ci sono molte gradazioni.
In ogni caso tra scritto e parlato esistono molte differenze e lo scritto non è la trascrizione del parlato. Questo fatto determina nel lettore poco esperto una difficoltà di comprensione dovuta a un’organizzazione diversa e strumenti diversi.

  • Parlato: voce, intonazione, pause, espressioni del viso, gesti e sguardi
  • Scritto: organizzazione in paragrafi, scansione in capoversi, punteggiatura, uso di artifici grafici (titoli, caratteri speciali), impaginazione.

Nel parlato costruiamo il discorso via via che parliamo e scegliamo le parole con minore cura. Nello scritto possiamo vedere la distribuzione delle idee, i passaggi più importanti, i nessi sintattici, le parole più adatte.

Standard linguistico

13. Nelle seguenti frasi, elimina le ridondanze nell’uso dei pronomi, tipiche dell'Italiano parlato; riformula poi ciascuna frase nei modi possibili.
Es. Non dirglielo a lui che mi hanno dato una multa.
(=” Non dire a lui che mi hanno dato una multa.”, oppure “Non dirgli che mi hanno dato una multa.”)

Ho cercato di farglielo comperare a lei quel cappello, ma non c’è stato niente da fare.
Diglielo tu a loro che non è colpa di nessuno.
Certe proposte a me non farmele!
Sì, gliel’ho consegnato a loro il tuo libro.
Parlategliene a lei, se volete.
Tu a lui glielo faresti un favore?
Ma a me chi me lo assicura che verrete?
A lui non voglio proprio darglielo questo libro.
Ce lo dite a noi il vostro segreto?
Se glielo avesse raccontato a loro, mi sarei arrabbiato.
A me mi pare proprio che siano impazziti tutti.
Ma a te ti è piaciuto questo libro?


14. Alcune delle seguenti frasi contengono grossolani errori nell’uso dei pronomi e delle particelle: trovali e correggili.
Es. Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dircelo a nessuno.
(= Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dirlo a nessuno.)
Dato che è ammalato, andrò a fargli una visita.
(- Nessun errore.)
1)      Se sei sempre annoiato, io non so proprio che farci.
2)      Questo ragazzo ha fame, direi che è ora di darci da mangiare.
3)      Se questo disco ti piace, fartelo regalare da qualcuno!
4)      Eh no, non puoi sperare di fartelo regalare da me che sono al verde.
5)      Ha composto una musichetta allegra, ma non vuole farcela ascoltare a nessuno.
6)      Via, siamo così curiosi che non puoi lasciarci in ansia.
7)      Se ti chiede di lasciarla dormire qui, non pensare di darci il mio letto.
8)      Ho visto molti film, ma non gli ricordo tutti.
9)      Le assicuro che, se la incontro, le lo faccio sapere.
10)  I medici non sanno ancora dirci quando verrà dimesso.
11)  Se la conosci tutta a memoria, dimostracelo e noi ce ne convinceremo.
12)  Gli hanno offerto una bella somma e un buon lavoro come risarcimento, ma lui non ne ha voluto sapere.
13)  Aspettavo alcuni amici, ma non gli ho ancora visti.

15. Riconosci nelle seguenti frasi la caratteristica dell’italiano parlato che ciascuna di esse contiene.

forma parlata
caratteristica
Ho litigato con Gianni e Luigi. Non gli presterò mai più l’i-pod.

È la solita antipatica: non dargli retta!

Mio papà ha avuto un aumento di stipendio e allora ci ho chiesto se mi regala la moto.

A Giuseppe gli telefono domani.

Dato che il panettiere era già chiuso, non abbiamo potuto comprare il pane.

Lei però non voleva diventare monaca.

Alla fine era entrata in monastero, dal quale, lo sapeva bene, non ne sarebbe più uscita.

Come mai non sei andato agli allenamenti?

Ci vediamo nel posto che vuoi te.

Non sembra che ha già cinquant’anni.

Pensa molto, ma realizza poco.

Diceva che voleva partire il giorno dopo.

A Carlo piace molto la matematica, mentre invece a Paola piace di più il latino.

Ma cosa dici?


16. Riconosci nelle seguenti frasi la caratteristica dell’italiano parlato che ciascuna di esse contiene.

forma parlata caratteristica
Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non ce lo dici apertamente?

Dove si trova quel palazzo che dentro c’è la corona di ferro?

Raccontami anche a me quella storiella.

Non è questo il modo che puoi risolvere i tuoi problemi.

Ti prego, non dirci niente a tuo fratello.

Mi offrirono un pompelmo che dentro c’era del gelato alla frutta.

È una persona che mi fido poco.

Mi pare che a te te ne è stata data più che a me.

Sono proprio belli i tuoi fiori: ce ne hai un po’ da regalarmi?



17. Correggi gli errori presenti nelle frasi dei due esercizi precedenti.
Es. Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non ce lo dici apertamente?
(= Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non glielo dici apertamente?)

18. In alcune delle seguenti frasi la particella “ne” risulta superflua; quest’uso, frequente e accettato nella lingua parlata, è meno tollerato in quella scritta. Trova i “ne” superflui, cancellali e riformula la frase.

Es. Di questa faccenda ne abbiamo già parlato troppo per oggi.
(= Di questa faccenda abbiamo già parlato troppo per oggi.)
1)      Di funghi dovrebbero essercene molti, ma non se ne trova nemmeno uno.
2)      Ne abbiamo discusso a sufficienza dei miei errori.
3)      Se ve ne parlo, promettetemi che non ne farete parola a nessuno.
4)      Che ne faranno di questi vecchi tram?
5)      Se ne vogliono assaggiare un po’, se ne servano pure, ma con parsimonia.
6)      Che ne dicono di questa faccenda?
7)      Non ve ne importa nulla di loro?
8)      Chi ne sa qualcosa, me ne parli pure.
9)      È un brutto affare e, se ve ne parlo, è perché spero che me ne diate una valida spiegazione.

Le glaciazioni

La Rivoluzione Neolitica. L'Estensione dei Ghiacci durante l'Ultima Glaciazione
L'Adriatico dalla fine dell'ultima glaciazione alla neolitizzazione
La glaciazione di Wurm

lunedì 9 ottobre 2017

Grammatica: congruità, coerenza, coesione del discorso

1. Osserva questo testo scritto in una lingua “impossibile” e poi:
a) crea una tabella a 5 colonne: nella prima trascrivi i nomi inventati; nella seconda gli aggettivi inventati, nella terza i verbi inventati; nella quarta articoli, preposizioni, congiunzioni; nell’ultima le altre parole che sono esistenti.
b) aggiungi tu due versi (righe) alla fine del testo che proseguano il gioco.

Ghiravano e ghimblavano nel biava.
Mensi e procervi erano i borogavi
E il momico rattio superiava.
Alma dell’alma, fuggì il lanciavicchio
E la zannante zanna, e l’arpionante
Arpione, fuggi il giubbio picchio
E il frumido Banderiscone.
In mano prese la spada vorpale:
A lungo il mastinio nemico cercò.


2. Osserva le seguenti frasi e per ognuna indica nella parentesi se è incongrua, incoerente, non coesa.

  1. Non so ancora chi verranno alla mia festa. [...........................................]
  2. Il mio compagno di banco ha tre fratelli; il quarto si chiama Paolo. [...........................................]
  3. Il libro ascolta le mie parole. [...........................................]
  4. Poiché oggi c’è un gran sole, uscirò con la giacca impermeabile. [...........................................]
  5. La mamma è andato a fare la spese. [...........................................]
  6. Dalla finestra si vede tre alberti. [...........................................]
  7. Vado a fare un giro con il mio intelligentissimo motorino. [...........................................]


3. Inventa due frasi non coerenti che abbiano al loro interno due tra le seguenti congiunzioni (perciò, siccome, cosicché, quindi).

4. Scegli dal tuo libro di storia due frasi e applica la minore modifica possibile tale che esse non siano più coerenti. Trascrivi il risultato.

5. Le stesse frasi originarie del precedente esercizio, trascrivile in modo che non siano più coese, inserendo in ognuna di esse 3 errori ortografici, 3 errori di concordanza, 3 errori di reggenza.

Lutero e la giustificazione per sola fede

Il problema della salvezza Cosa bisogna fare per meritare la felicità? Può l’uomo fare un atto di puro bene, di gratuità? Come fare per e...