lunedì 13 novembre 2017

Tempo atmosferico e Clima

Tempo atmosferico
Il tempo atmosferico (o meteorologico) è costituito dall'insieme dei fenomeni atmosferici di un luogo in un determinato momento. In genere per descrivere il tempo atmosferico si ricorre ai suoi elementi più significativi: temperatura, umidità, pressione, precipitazioni, venti, copertura nuvolosa.

Elementi del tempo atmosferico, strumenti e unità di misura
  1. La temperatura è la quantità di agitazione delle molecole dell'aria; si misura con il termometro e si esprime in gradi centigradi sopra o sotto zero. In altri paesi l'unità di misura è il grado fahrenheit (0°C equivalgono a 32°F - conversione centigradi-fahrenheit). [guarda le temperature attuali]
  2. L'umidità atmosferica indica l'umidità relativa, cioè il rapporto tra la quantità di vapore contenuta in una massa d'aria e la quantità massima che il volume d'aria può contenere; si misura con l'igrometro e si esprime in numero percentuale da 0 a 100% (una umidità del 100% indica che l'aria è satura di vapore acqueo). [guarda la situazione attuale dell'umidità]
  3. La pressione atmosferica indica il peso dell'aria, si misura con il barometro e si esprime in millibar. La pressione atmosferica normale a livello del mare a 0°C è di 1013,25 mbar. (un esempio di carta della pressione con le curve isobare) [guarda lo stato attuale della pressione atmosferica]
  4. Le precipitazioni sono tutti i fenomeni che portano il trasferimento di acqua (allo stato liquido o solido) dall'aria al suolo. La principale è la pioggia, ma ci sono anche neve, grandine, rugiada, brina. Si misurano con un pluviometro (qui un altro esempio), cioè un contenitore graduato che calcola la quantità di pioggia per unità di tempo. [guarda le precipitazioni attuali e nelle prossime 6 ore]
  5. I venti (orizzontali) sono spostamenti di masse d'aria provocati da differenze di pressione tra due aree. L'aria si sposta da un'area di alta pressione (A) verso una zona di bassa pressione (B) con una velocità proporzionale alla differenza di pressione e inversamente proporzionale alla distanza. I venti si misurano con l'anemometro  e si esprimono in m/s o Km/h indicando la direzione di provenienza. [guarda la situazione attuale dei venti]
  6. La copertura nuvolosa esprime la quantità di cielo che è coperto e impedisce ai raggi del sole di giungere sul terreno. L'unità di misura è l'okta (cioè quanti ottavi di cielo sono coperti). [guarda lo stato attuale della copertura del cielo d'Italia]
Meteonetwork offre una mappa in tempo reale che raccoglie le misurazioni di temperatura, umidità, pressione, punto di rugiada, vento, precipitazioni, neve, indice UV, irraggiamento solare.

Clima
Il clima indica il comportamento medio del tempo atmosferico calcolato su un arco temporale di almeno 30 anni.
Per descrivere un clima si utilizzano principalmente due elementi: l'andamento della temperatura, l'andamento delle precipitazioni.
Per poter rappresentare graficamente il clima si utilizza un tipo di grafico misto chiamato climatico o termopluviometrico, nel quale un diagramma cartesiano rappresenta l'andamento della temperatura nel corso dell'anno e un grafico a barre o colonne indica le quantità di precipitazioni, raccolte per mese.
Tabelle con dati climatici:

Scheda con esercizi assegnati 21 novembre

Informazioni climatiche su Internet:
Climate-Data.org climi di singole città, climi caratteristici di continenti
Weather Spark analisi climatica molto dettagliata di località sulla Terra
Caput frigoris alcuni record climatici

I fattori del clima
  1. Latitudine: è la distanza di un luogo dall'Equatore. A causa della curvatura terrestre e dell'inclinazione dell'asse, procedendo verso i poli diminuisce l'intensità dei raggi solari e si ampliano le oscillazioni tra ore di luce e ore di notte nel corso dell'anno. I due parametri di intensità e durata del dì, determinano la quantità di insolazione che incide direttamente sulla temperatura.
  2. Altitudine:  i raggi solari attraversano l'atmosfera e colpiscono il terreno. La loro alta frequenza viene assorbita solo in misura ridotta dall'aria. Quando toccano il terreno invece una gran parte viene assorbita e una minore riflessa. I raggi assorbiti si trasformano in radiazione a bassa frequenza (infrarossi) che vengono bene assorbiti dall'aria e dall'acqua. Per questo motivo l'atmosfera è riscaldata in maggior misura per irradiamento del terreno ed è più calda a livello del suolo. A questo occorre aggiungere che l'aria, mano a mano che si sale di quota, diminuisce di densità e di umidità e quindi perde capacità di trattenere calore. Il risultato è un  calo medio della temperatura di  0,6°C ogni 100 mt.
  3. Presenza masse d'acqua: la vicinanza o distanza dalle masse d'acqua determina due importanti conseguenze:
    a) effetto di mitigazione: a causa dell'alto calore specifico dell'acqua, le masse d'acqua esercitano sul clima un effetto mitigante: nei mesi caldi quando l'aria è più calda delle acque, esse assorbono energia dall'aria, rendendola meno torrida; nei mesi freddi, quando l'aria è più fredda delle masse d'acqua, esse cedono all'aria progressivamente il calore accumulato, rendendo gli inverni meno rigidi.
    b) presenza di vapore acqueo: le masse d'acqua per effetto del sole e della temperatura evaporano trasformandosi in vapore acqueo che tende a trasformarsi in nuvole e poi a precipitare. Le zone vicine alle masse d'acqua hanno quindi in genere maggiore evaporazione e maggiori precipitazioni. Questo accade in misura minore anche nelle zone boschive e con molta vegetazione.
  4. Correnti marine: le correnti marine sono enormi masse d'acqua, come grandi fiumi, che si muovono negli oceani e nei mari trasportando acque più calde o più fredde di quelle circostanti. Correnti calde aumentano la temperatura e producono maggiore evaporazione e viceversa correnti fredde fanno il contrario.
  5. Circolazione atmosferica: i venti sulla terra sono di tre tipologie: costanti, periodici (o stagionali), occasionali. I venti spostano le nubi e così possono portare le piogge anche in aree distanti dalle masse d'acqua, ma diversamente possono spostando le nubi anche rendere più secche zone vicine alle masse d'acqua. Caratteristici per il clima sono gli alisei, venti costanti, che soffiano dai tropici verso l'equatore e i monsoni, intensi venti stagionali che soffiano in un periodo dell'anno verso il mare e nell'altro verso la terra.
  6. Catene montuose: le catene impediscono o riducono il passaggio dei venti; conseguenza positiva è che possono proteggere da venti freddi o fastidiosi, conseguenza negativa è che impediscono anche il passaggio delle nubi e questo rende più aride le regioni interne dell'area. Inoltre esse determinano variazioni nelle ore di luce, a causa dell'ombra che gettano sui versanti e i fondovalle.
Creare un grafico climatico
Per creare un grafico climatico occorre disporre dei dati delle temperature medie mensili di una località e delle sue precipitazioni medie mensili e raccoglierli in una tabella.
Osservati i dati, bisogna stabilire la scala in cui realizzare il grafico, cioè il rapporto tra spazio e valore di temperatura o di precipitazione.
A questo punto si può realizzare il grafico che rappresenti sull'asse delle ascisse il tempo, suddiviso nei 12 mesi dell'anno e sull'asse delle ordinate, tramite un doppio asse, le temperature e i millimetri di precipitazione.

Leggere e interpretare un grafico climatico
Leggere il grafico comporta il comprendere il significato dei simboli che vengono utilizzati e in particolare qual è l'andamento delle temperature e delle precipitazioni.
Per le temperature è sempre importante stabilire l'escursione termica annua, mentre per le precipitazioni stabilire se il luogo è tendenzialmente umido o secco e se il comportamento è costante o subisce variazioni significative. Incrociando l'andamento di temperatura e precipitazioni, si deve distinguere la presenza di stagioni e la loro caratteristica (esempi: il clima presenta quattro stagioni, con un'estate poco calda e poco piovosa e un inverno freddo e umido; il clima è caratterizzato da un'estate calda e umida e un inverno temperato e secco; il clima presenta una sola stagione molto calda e secca; il clima è caratterizzato da un'estate molto piovosa e abbastanza calda e un inverno temperato e poco umido).
Interpretare un grafico climatico invece richiede il cercare di capire quali fattori climatici hanno prodotto un determinato comportamento

























venerdì 3 novembre 2017

Indicazioni per il tema

Per affrontare il tema segui queste fasi di lavoro:

- Analisi del titolo: osserva bene il titolo per individuare argomento, tipologia e genere, destinatario
(espositivo, argomentativo, narrativo, espressivo, descrittivo) (tema generale, lettera, racconto, diario, saggio, articolo) (il destinatario è in fondo sempre l’insegnante)

- Raccolta delle idee: cerca e trascrivi le domande che esplorano l’argomento, con attenzione all’esperienza e alle conoscenze che tu hai dell’argomento. Scrivi sul foglio di brutta le risposte nella forma di semplici frasi affermative, una sotto l’altra.
Al termine individua l'idea più importante, quella rispondente alla richiesta del tema che ritieni più significativa. Essa potrà diventare il nucleo di maggior valore del tuo tema. Sviluppala con attenzione ad esplicitare ampiamente l’idea e ad esprimerla con cura. Di seguito ordina le altre affermazioni secondo un percorso che ritieni logico ed efficace. Non è detto che tu debba usare poi tutte le idee o non possa aggiungerne altre in seguito o non possa mutare l’ordine stabilito.

- Svolgimento del tema: dividi il tema in 3 parti: una introduzione dell’argomento, lo svolgimento del tema (esprimi le diverse idee che hai raccolto e ordinato), la conclusione.

- Correzione e ricopiatura: una prima lettura verifica la pertinenza, la coerenza e la chiarezza delle idee; una seconda lettura verifica l’ortografia, la sintassi, la punteggiatura. Prendi sempre nota di quali sono le tue debolezze, in modo da saper dare maggiore attenzione a determinati tipi di errori. A questo riguardo puoi creare una scheda sulla quale annotare i tuoi errori più frequenti

giovedì 2 novembre 2017

Le coordinate geografiche

Per indicare la posizione di un punto sulla superficie terrestre si utilizzano le coordinate geografiche, cioè una coppia di numeri, la latitudine e la longitudine, che esprimono in gradi la distanza di quel punto dall'equatore e dal meridiano fondamentale.
  • Poli: sono i due punti in cui l'asse terrestre interseca la superficie. Si distinguono in polo Nord e polo Sud.
  • Equatore: è la circonferenza individuata dall'insieme dei punti equidistanti dai poli. Divide il globo terrestre in emisfero nord o boreale ed emisfero sud o australe.
  • Latitudine: è la distanza angolare di un punto dall'equatore. Si esprime con un valore in gradi Nord o Sud che va da 0 a 90°. Es. 63°23'31'' N.
  • Paralleli: sono le circonferenze parallele all'equatore individuate dall'insieme di punti aventi al stessa latitudine. Mano a mano che aumenta la latitudine e si procede verso i poli le circonferenze diminuiscono e al polo coincidono con il punto del polo. Sono in tutto 180.
  • Meridiani: sono semicirconferenze immaginarie che uniscono un polo all'altro. Si considera per convenzione il meridiano che passa per Greenwich come meridiano fondamentale o meridiano 0. Esistono 180 meridiani est e 180 ovest rispetto a quello fondamentale. Il termine deriva dal latino meridies = mezzogiorno, perché il meridiano unisce tutti i punti della terra in cui è mezzogiorno nello stesso istante.
  • Longitudine: è la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale. Si esprime con un valore in gradi Est o Ovest rispetto al meridiano fondamentale.

  • Reticolo geografico: l'incrocio di paralleli e meridiani determina la creazione di un reticolo immaginario.

  • Tropici: sono i due paralleli posti a 23°26'16" N e S che delimitano l'area su cui il sole può arrivare allo zenit (perpendicolare assoluta). Sui due tropici il sole è allo zenit solo nel solstizio di estate (tropico del Cancro) e in quello d'inverno (tropico del capricorno),

Qualche esempio: 45°35'32.2"N 9°18'25.9"E (Istituto Mapelli); 38°53'51.7"N 77°02'11.6"W (White House); 33°51'23.8"S 151°12'54.8"E (Opera House, Sydney)
esercitati su un planisfero dotato di reticolo geografico

Esercizio:
1. Individua sulla carta i punti aventi le seguenti coordinate:
A = 60°N, 160°W --- B = 20°N, 0° --- C = 20°S, 140° E --- D = 90° S --- E = 20°S, 45°E
F = 45°N, 12°E --- G = 0°, 140°W --- H = 70°N, 170°E --- I = 80°S, 100°W

2. Scrivi le coordinate dei punti segnati sulla carta con dei quadratini rossi


martedì 10 ottobre 2017

Italiano standard e neo-standard

Ceretta al linguine e cortelli affilati
Gli errori di grammatica più comuni 
In occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, ecco i risultati più buffi di un’inchiesta sull’uso del nostro idioma (articolo apparso su corriere.it 19-10-2017)


Intervista a Rovazzi

Domanda: Tu sei interessato un pochino e in che modo alla politica italiana?
Rovazzi: Allora, io non seguo tantissimo la politica italiana, nel senso che non sono un intenditore e, come dicevo prima, non amo parlarne per il semplice fatto che rischierei di dire castronerie, eeeee..., quindi evito di parlarne, mentre in Italia funziona un sacco il fatto di parlare di cose, insomma, senza avere un'informazione, senza, senza essere informati di quello di cui si sta parlando e io è una cosa che non amo fare, quindi evito di parlarne e basta.

Tra italiano standard (che in parte coincide con lo scritto) e neo-standard o italiano dell'uso medio (che in parte coincide con il parlato) ci sono molte gradazioni.
In ogni caso tra scritto e parlato esistono molte differenze e lo scritto non è la trascrizione del parlato. Questo fatto determina nel lettore poco esperto una difficoltà di comprensione dovuta a un’organizzazione diversa e strumenti diversi.

  • Parlato: voce, intonazione, pause, espressioni del viso, gesti e sguardi
  • Scritto: organizzazione in paragrafi, scansione in capoversi, punteggiatura, uso di artifici grafici (titoli, caratteri speciali), impaginazione.

Nel parlato costruiamo il discorso via via che parliamo e scegliamo le parole con minore cura. Nello scritto possiamo vedere la distribuzione delle idee, i passaggi più importanti, i nessi sintattici, le parole più adatte.

Standard linguistico

13. Nelle seguenti frasi, elimina le ridondanze nell’uso dei pronomi, tipiche dell'Italiano parlato; riformula poi ciascuna frase nei modi possibili.
Es. Non dirglielo a lui che mi hanno dato una multa.
(=” Non dire a lui che mi hanno dato una multa.”, oppure “Non dirgli che mi hanno dato una multa.”)

Ho cercato di farglielo comperare a lei quel cappello, ma non c’è stato niente da fare.
Diglielo tu a loro che non è colpa di nessuno.
Certe proposte a me non farmele!
Sì, gliel’ho consegnato a loro il tuo libro.
Parlategliene a lei, se volete.
Tu a lui glielo faresti un favore?
Ma a me chi me lo assicura che verrete?
A lui non voglio proprio darglielo questo libro.
Ce lo dite a noi il vostro segreto?
Se glielo avesse raccontato a loro, mi sarei arrabbiato.
A me mi pare proprio che siano impazziti tutti.
Ma a te ti è piaciuto questo libro?


14. Alcune delle seguenti frasi contengono grossolani errori nell’uso dei pronomi e delle particelle: trovali e correggili.
Es. Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dircelo a nessuno.
(= Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dirlo a nessuno.)
Dato che è ammalato, andrò a fargli una visita.
(- Nessun errore.)
1)      Se sei sempre annoiato, io non so proprio che farci.
2)      Questo ragazzo ha fame, direi che è ora di darci da mangiare.
3)      Se questo disco ti piace, fartelo regalare da qualcuno!
4)      Eh no, non puoi sperare di fartelo regalare da me che sono al verde.
5)      Ha composto una musichetta allegra, ma non vuole farcela ascoltare a nessuno.
6)      Via, siamo così curiosi che non puoi lasciarci in ansia.
7)      Se ti chiede di lasciarla dormire qui, non pensare di darci il mio letto.
8)      Ho visto molti film, ma non gli ricordo tutti.
9)      Le assicuro che, se la incontro, le lo faccio sapere.
10)  I medici non sanno ancora dirci quando verrà dimesso.
11)  Se la conosci tutta a memoria, dimostracelo e noi ce ne convinceremo.
12)  Gli hanno offerto una bella somma e un buon lavoro come risarcimento, ma lui non ne ha voluto sapere.
13)  Aspettavo alcuni amici, ma non gli ho ancora visti.

15. Riconosci nelle seguenti frasi la caratteristica dell’italiano parlato che ciascuna di esse contiene.

forma parlata
caratteristica
Ho litigato con Gianni e Luigi. Non gli presterò mai più l’i-pod.

È la solita antipatica: non dargli retta!

Mio papà ha avuto un aumento di stipendio e allora ci ho chiesto se mi regala la moto.

A Giuseppe gli telefono domani.

Dato che il panettiere era già chiuso, non abbiamo potuto comprare il pane.

Lei però non voleva diventare monaca.

Alla fine era entrata in monastero, dal quale, lo sapeva bene, non ne sarebbe più uscita.

Come mai non sei andato agli allenamenti?

Ci vediamo nel posto che vuoi te.

Non sembra che ha già cinquant’anni.

Pensa molto, ma realizza poco.

Diceva che voleva partire il giorno dopo.

A Carlo piace molto la matematica, mentre invece a Paola piace di più il latino.

Ma cosa dici?


16. Riconosci nelle seguenti frasi la caratteristica dell’italiano parlato che ciascuna di esse contiene.

forma parlata caratteristica
Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non ce lo dici apertamente?

Dove si trova quel palazzo che dentro c’è la corona di ferro?

Raccontami anche a me quella storiella.

Non è questo il modo che puoi risolvere i tuoi problemi.

Ti prego, non dirci niente a tuo fratello.

Mi offrirono un pompelmo che dentro c’era del gelato alla frutta.

È una persona che mi fido poco.

Mi pare che a te te ne è stata data più che a me.

Sono proprio belli i tuoi fiori: ce ne hai un po’ da regalarmi?



17. Correggi gli errori presenti nelle frasi dei due esercizi precedenti.
Es. Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non ce lo dici apertamente?
(= Se il suo sarcasmo ti dà fastidio, perché non glielo dici apertamente?)

18. In alcune delle seguenti frasi la particella “ne” risulta superflua; quest’uso, frequente e accettato nella lingua parlata, è meno tollerato in quella scritta. Trova i “ne” superflui, cancellali e riformula la frase.

Es. Di questa faccenda ne abbiamo già parlato troppo per oggi.
(= Di questa faccenda abbiamo già parlato troppo per oggi.)
1)      Di funghi dovrebbero essercene molti, ma non se ne trova nemmeno uno.
2)      Ne abbiamo discusso a sufficienza dei miei errori.
3)      Se ve ne parlo, promettetemi che non ne farete parola a nessuno.
4)      Che ne faranno di questi vecchi tram?
5)      Se ne vogliono assaggiare un po’, se ne servano pure, ma con parsimonia.
6)      Che ne dicono di questa faccenda?
7)      Non ve ne importa nulla di loro?
8)      Chi ne sa qualcosa, me ne parli pure.
9)      È un brutto affare e, se ve ne parlo, è perché spero che me ne diate una valida spiegazione.

Le glaciazioni

La Rivoluzione Neolitica. L'Estensione dei Ghiacci durante l'Ultima Glaciazione
L'Adriatico dalla fine dell'ultima glaciazione alla neolitizzazione
La glaciazione di Wurm

lunedì 9 ottobre 2017

Grammatica: congruità, coerenza, coesione del discorso

1. Osserva questo testo scritto in una lingua “impossibile” e poi:
a) crea una tabella a 5 colonne: nella prima trascrivi i nomi inventati; nella seconda gli aggettivi inventati, nella terza i verbi inventati; nella quarta articoli, preposizioni, congiunzioni; nell’ultima le altre parole che sono esistenti.
b) aggiungi tu due versi (righe) alla fine del testo che proseguano il gioco.

Ghiravano e ghimblavano nel biava.
Mensi e procervi erano i borogavi
E il momico rattio superiava.
Alma dell’alma, fuggì il lanciavicchio
E la zannante zanna, e l’arpionante
Arpione, fuggi il giubbio picchio
E il frumido Banderiscone.
In mano prese la spada vorpale:
A lungo il mastinio nemico cercò.


2. Osserva le seguenti frasi e per ognuna indica nella parentesi se è incongrua, incoerente, non coesa.

  1. Non so ancora chi verranno alla mia festa. [...........................................]
  2. Il mio compagno di banco ha tre fratelli; il quarto si chiama Paolo. [...........................................]
  3. Il libro ascolta le mie parole. [...........................................]
  4. Poiché oggi c’è un gran sole, uscirò con la giacca impermeabile. [...........................................]
  5. La mamma è andato a fare la spese. [...........................................]
  6. Dalla finestra si vede tre alberti. [...........................................]
  7. Vado a fare un giro con il mio intelligentissimo motorino. [...........................................]


3. Inventa due frasi non coerenti che abbiano al loro interno due tra le seguenti congiunzioni (perciò, siccome, cosicché, quindi).

4. Scegli dal tuo libro di storia due frasi e applica la minore modifica possibile tale che esse non siano più coerenti. Trascrivi il risultato.

5. Le stesse frasi originarie del precedente esercizio, trascrivile in modo che non siano più coese, inserendo in ognuna di esse 3 errori ortografici, 3 errori di concordanza, 3 errori di reggenza.

giovedì 28 settembre 2017

Geografia: modalità per riportare le informazioni

Diverse modalità per riportare le informazioni
Qui sotto trovi dei link ad alcune rappresentazioni di dati.
Per ognuna di esse sul quaderno indica:
1) La modalità di rappresentazione: tabella, istogramma, diagramma...
2) L'argomento o fenomeno che viene rappresentato.
3) Dopo aver osservato i dati indica un elemento significativo che hai colto.

A - B - C - D - E - F - G - H - I - L

mercoledì 20 settembre 2017

Cartine storiche

Osserva attentamente le due cartine storiche e chiediti:
- quale fenomeno rappresentano?
- qual è o quali sono le informazioni principali che vogliono dare?
- quale metodo usano per fornire tali informazioni?
- quali altre informazioni puoi trarre?


domenica 17 settembre 2017

L'unicità del linguaggio umano

"L'unicità del linguaggio umano"
incontro avvenuto al Meeting di Rimini il 23 agosto 2017
relatori: Andrea Moro, Giorgio Vallortigara, moderatore Marco Bersanelli
video dell'incontro: https://www.youtube.com/watch?v=3KHmYxkZ_p4

Introduzione di M. Bersanelli
Se c’è un tema affascinante, misterioso, semplice e al tempo stesso inesauribile è proprio quello del linguaggio umano. Non c’è in effetti un’esperienza più elementare di questa nostra capacità di usare il linguaggio, di esprimerci con la parola. Ne facciamo uso quotidianamente, ne sto facendo uso io ora. Ma dal punto di vista della ricerca scientifica quale sia la natura del linguaggio è un problema talmente profondo che forse solo oggi con molta difficoltà si sta incominciando a capire qualcosa. Ma certamente molto di più è quello che ancora non si comprende. È un tema che abbiamo già affrontato qui al Meeting altre volte e abbiamo voluto ritornare su questo argomento perché, come vedremo, è profondamente legato proprio al tema di questo Meeting. Noi tutti ci rendiamo conto che da una parte il linguaggio appare essere una prerogativa dell’uomo, del nostro essere uomini. D’altra parte ci rendiamo tutti conto anche che certi animali, in qualche maniera, in qualche misura, rudimentale fin che si vuole, comunicano senz’altro fra di loro. Oggi anche le macchine in qualche senso hanno un linguaggio, anzi sicuramente lo hanno, parliamo di linguaggi diversi con cui noi comunichiamo con le macchine e le macchine a loro volta ci danno delle risposte in qualche senso. Ma, appunto, in che senso? Addirittura oggi sappiamo che ci sono macchine che spontaneamente tendono a comunicare tra di loro. È una notizia molto recente. Sono nuove domande che emergono. Ma allora che cos’è il linguaggio umano? È soltanto una versione quantitativamente più estesa, un po’ più sofisticata del linguaggio animale in generale? Oppure una sorta di variante tra le mille possibili dello stesso tipo di linguaggio con cui le macchine possono comunicare? Oppure nell’uomo c’è un salto qualitativo che lo rende qualcosa di unico nel panorama naturale? E poi, per noi esseri umani il linguaggio è solamente un modo di comunicare o ha a che fare con la possibilità stessa del pensiero? Con la nostra capacità di riconoscere e di cercare il senso delle cose? E fino a che punto l’indagine scientifica con la sua metodologia è in grado veramente di affrontare fino in fondo e di cercare una risposta a queste domande? E a che punto diamo dal punto di vista della ricerca scientifica su questo? Ecco, a condurci al cuore di questi interrogativi oggi abbiamo due ricercatori italiani, ma che sono due ricercatori di fama internazionale: Andrea Moro e Giorgio Vallortigara.

Intervento di A. Moro: da 8’30” a 46’
1) Cosa secondo il relatore rende "unico" il linguaggio umano?
2) Individua un passaggio, una affermazione che ti ha sorpreso o interessato, oppure che ti risulta strano o poco comprensibile. Trascrivilo sul quaderno e indica a quale minuto del video si trova.

Lutero e la giustificazione per sola fede

Il problema della salvezza Cosa bisogna fare per meritare la felicità? Può l’uomo fare un atto di puro bene, di gratuità? Come fare per e...